Il 2020 ci ha insegnato quanto la tecnologia sia diventata ormai indispensabile nelle nostre vite, sia a casa che in azienda. Cambiamenti che erano già in atto per scelta, nel 2021 diventeranno quasi un imperativo. Le tecnologie del 2021, ovviamente, riflettono l’impatto che il Covid-19 ha avuto sulla situazione globale e quindi guardano ad un mondo instabile che ha conseguentemente generato un cambio di prospettiva. Come ha ben fatto notare Gartner nel report sui trend tecnologici per quest’anno, solo le organizzazioni che sanno ripensarsi per adattarsi ai cambiamenti potranno superare in futuro ogni tipo di disruption.
anche se il 2020 ha cambiato il modo di lavorare ed interagire con le persone, ciò non vuol dire le persone non siano più al centro.
L'internet of behaviours utilizza i dati per cambiare i comportamenti. Raccogliendo ed elaborando dati da molteplici fonti, questo trend ha implicazioni di tipo etiche e sociali a seconda del suo utilizzo.
Un esempio potrebbe essere quello di usare questa tecnologia in ambito assicurativo: monitorando l’attività fisica o l’acquisto di articoli non salutari i premi potrebbero aumentare. Ovviamente le leggi sulla privacy avranno un enorme impatto sull’adozione di questo trend.
Il binomio tra digitale e fisico si fa sempre meno nitido. L’esperienza totale si configura nel collegare le diverse esperienze ( esperienza del cliente, dei dipendenti, degli utenti, dei partner, etc) in modo da migliorarle in toto e non divise per silo, in modo così da trasformare i risultati aziendali e ottenere un vantaggio competitivo.
Il calcolo per il miglioramento della privacy utilizza tre tipi di tecnologie che proteggono i dati durante l’utilizzo: una che fornisce un ambiente affidabile in cui i dati sensibili vengono elaborati o analizzati ( trusted environment) ; uno che esegue l’elaborazione dei dati in modo centralizzato e l’altro che si occupa della crittografia di dati ed algoritmi precedente all’analisi o all’elaborazione.
In questa maniera sarà possibile per le organizzazione collaborare condividendo i dati, ma garantendo sempre privacy e sicurezza.
ormai il tradizionale concetto di location fisica e fissa per dipendenti, clienti, fornitori è stato ridefinito dalla pandemia ( tendenze come lo smart working o anche il south working).
Il cloud distribuito è il futuro del cloud: si tratta del luogo in cui i servizi cloud vengono distribuiti in diverse posizioni fisiche, ma il funzionamento, la governance e l’evoluzione rimangono responsabilità del fornitore di cloud pubblico. Sviluppare questo trend vorrebbe dire garantire una rete cloud a bassa latenza in cui è possibile reggere alti livelli di elaborazione dati con minimi ritardi.
Si tratta fondamentalmente di un fenomeno già bene avviato e che non ritornerà sui suoi passi, ovvero garantire a personale, clienti e partner di gestire, accedere, distribuire e sviluppare il business ovunque essi siano. Sicuramente la pandemia ha accelerato la crescita di consapevolezza delle aziende le quali hanno dovuto fronteggiare la situazione ripensando ad una struttura che potesse garantire la possibilità di lavorare da remoto modificando anche processi consolidati da tempo.
Il digitale deve essere presente anche se ci sono persone che possono intervenire fisicamente all’interno dei processi.
È un approccio architetturale distribuito per aumentare la scalabilità, la flessibilità e l’affidabilità della governance dei sistemi di cyber security. Ciò vuol dire che, nel momento in cui gli attori del business sono dislocati al di fuori dell’azienda, il cybersecurity mesh crea una sorta di perimetro attorno alla persona e all’oggetto. In questo senso possiamo definirla come un’architettura modulare, adattiva e reattiva al livello di cyber security necessario per il determinato caso d’uso.
indipendentemente dallo stato delle cose, le organizzazioni devono sapersi ripensare e adattare in modo da superare qualsiasi ostacolo si ponga davanti.
Un’organizzazione componibile intelligente è un'organizzazione capace di adattarsi in modo dinamico in base alla situazione in cui si trova e ciò diventa possibile grazie ad una strategia di business digitale che, basandosi sui dati, permette di prendere decisioni rapide ed agili.
Diventa quindi necessario che le attività consentano un migliore accesso alle informazioni, le quali devono essere costantemente arricchite e mantenute pulite ed, inoltre, si renderà necessario lo sviluppo della capacità di reagire, con azioni e processi, in base a queste informazioni.
Utilizzare una strategia AI vuol dire facilitare le prestazioni, la scalabilità , la capacità di saper interpretare i risultati e l’affidabilità di risposta grazie a modelli di intelligenza artificiale presenti in azienda.
Tutto ciò che può essere automatizzato deve essere automatizzato in modo da creare processi agili, snelli ed interconnessi. In questo modo è possibile rispondere alla forte richiesta del business di una forte efficienza e velocità, cosa che molte aziende non riescono a raggiungere a causa organizzazioni assai complesse e di difficile adattamento ai compromessi.Come afferma Gartner, le organizzazioni che non si concentreranno su efficienza, efficacia e agilità aziendale verranno lasciate indietro.
I trend individuati da Gartner ci forniscono una chiara visione di questo anno e di quella che sarà la nuova normalità che le aziende stanno affrontando dopo questo 2020. L’accelerazione di questi processi non è assolutamente un male. Deve essere chiaro però alle organizzazioni che deve avvenire un cambiamento nella loro cultura aziendale che faccia acquisire loro una nuova vision basata sui dati, sulla centralità delle persone e sulla resilienza. Il cambiamento avviene quando il dolore di essere gli stessi fa più male del dolore del cambiamento.